giovedì 5 febbraio 2015

Ricordati di sognare di Rachel Van Dyken


"Non è nella perfezione che le cose acquistano un senso, ma nel caos."

Niente frasi sdolcinate, per questo libro. Sono quasi tutte di una banalità estrema, ma trovo che comunque di carine ce ne siano. A colpirmi però è stata quella. Come al solito mi sono messa a ragionarci sopra, come faccio sempre quando rimango colpita da qualche frase letta in qualche libro. L'ho trovata molto vera. 
Parlando del libro, chi lo ha amato potrebbe rimanere un po' scioccato da quello che ho scritto. Ammetto che ero convinta mi sarebbe piaciuto molto, ma non sempre le speranze si realizzano...

Titolo: Ricordati di sognare
Titolo Originale: Ruin
Serie: Ruin (il primo di una trilogia)
Autore: Rachel Van Dyken
Editore: Nord
Genere: New Adult
Data d'uscita: 22 Gennaio 2015
Prezzo: €16.40
Trama: Per due anni, è come se non avessi vissuto; ero persa in un baratro di dolore, da cui credevo non sarei più riemersa. Poi ho incontrato Wes Michels. Lui è il raggio di sole che ha squarciato le tenebre della mia esistenza, la luce che mi ha ridato la speranza e la forza di ricominciare. Mi sono affidata ciecamente a lui, anche quando tutti mi dicevano di non farlo: Wes è troppo ricco, troppo impegnato a diventare la nuova stella del football e, soprattutto, troppo corteggiato per rimanere fedele a una ragazza come me. Non sanno quanto si sbagliano. Non conoscono il suo cuore e sono all'oscuro del suo segreto. Su una cosa però avevano ragione: non avrei dovuto innamorarmi di lui. Ho paura che, se resterò ancora una volta sola, sprofonderò di nuovo nel baratro. Perché adesso so che ogni giorno passato con Wes potrebbe essere l'ultimo...

Giudizio: 

La mia opinione: Vedo che questo libro ha avuto voti altissimi, voti inspiegabili a mio avviso, ma ovviamente tutti hanno diritto a una loro opinione. Io mi tengo la mia e ribadisco quello che il mio cuore e mezzo chiarisce: questo libro fa schifo.
Non parlo della scrittura, la cosa tragica è questa: l'autrice ha uno stile di scrittura semplice e scorrevole che è un piacere leggere. Il problema è che non sa scrivere, o meglio il problema è tutto ciò che esula dallo stile di scrittura.
Partiamo dall'inizio: Kersten (o Kiersten o come cavolo si scrive), ancora traumatizzata dopo due anni dalla morte dei genitori, va all'università dove incontra l'affasciante Wes. Il loro incontro avviene per caso, lei era a ritirare dei documenti in segreteria e andandosene gli va a sbattere contro. Ora, lasciamo stare che lei si mette a contagli gli addominali e lui la prende in giro e che poi viene fuori che è lui il suo referente al dormitorio (della serie assurdità più coincidenza, ma accettabile). Dopo essersi incontrati due volte (tutte e due nello stesso giorno) sono innamorati. Non riescono a non pensare l'uno all'altro. Senza apparente ragione. Lui dopo un giorno (uno, porca paletta! Uno!) non riesce a non pensare a lei durante gli allenamenti di football tanto da deconcentrarsi! Permettetemi di ribadire: 1 giorno! E cosa avviene il secondo giorno? Lei va da lui, lo bacia e dormono insieme. Cioè lei rimane a dormire da lui. Kiersten, ragazza vergine e che per ragioni incomprensibili visto come si comporta tutti considerano piuttosto chiusa, rimane a dormire da Wes, un ragazzo che è stato accusato di stupro, dopo due giorni che lo conosce... No, guardate, no. Sul serio, no. E il primo che osa obiettare che lui non sembrava uno stupratore: ma dopo due giorni che conosci uno, ci scambi si e no quattro frasi, ma quanto caspita pensi di conoscerlo??? 
Via, non sta né in cielo, né in terra. 
Poi questa ragazza così chiusa che fa uso di antidepressivi cosa fa il terzo giorno? Vanno a correre e lei gli racconta tutto. Lasciamo per un attimo perdere la scena di lei che si stava spolmonando e non ce la faceva più a muoversi, poi lui dice una frase banalissima sui genitori e lei si congela e poi scappa; comportamento che trovo a dir poco ridicolo e insensato. Ma che una che per due anni non ha detto né a né b su una cosa, si confessi a un tizio che conosce da tre giorni è assurdo... Che poi lui con tre frasi riesca a risolvere tutti i problemi di lei quando in due anni uno specialista non è riuscito a fare niente... la mia laurea in psicologia era così indignata che mi ha chiesto di andare a leggere il libro in un'altra stanza... e io l'ho fatto! XD
A parte gli scherzi, che lei sia influenzata molto da lui ci sta, ma non dopo tre giorni e non con tre frasi, tra l'altro di una banalità estrema!
Viene poi fuori che Wes è malato e non parlerò del suo psicologo (o era psichiatra, non l'ho capito) che gli va dietro e fa sedute di pochi minuti in giro, riferendo poi tutto al padre, né della quantità di regole del codice deontologico che viola facendolo, né del fatto che verrebbe radiato e che lo radierei io stessa se potessi^^, Non ne parlerò perché altrimenti mi viene voglia di prendere il materiale che sto studiando per avere l'abilitazione e andare in America per darlo in testa all'autrice.
Come dicevo *me riprende il filo* Wes è malato, è convinto che morirà, pensa sia il caso di dirlo a lei, ma ovviamente non lo fa. Il migliore amico di lei lo scopre, e che cosa gli dice secondo voi? Lo prende per la collottola, lo porta davanti a lei e gli ordina di dirle tutta la verità? No. Gli dice di non dirglielo perché saperlo la ferirebbe... Ora, va bene che vuoi convincerti che lui sopravvivrà, ma ti ha detto che è una malattia seria, non credi sinceramente che sia il caso che lo dica alla povera crista che ha perso la testa per lui e si ritroverà con quello che sembra sarà un tipo con poche speranze di sopravvivenza (il 50% tra l'altro, poi così poche non erano)? Tra l'altro uno che ha un cancro terminale non va in giro a correre, non solleva pesi e di certo non partecipa agli allenamenti di football, visto quanto sarebbero pesanti... ma scherziamo???
Questo libro ha come intreccio un insieme di assurdità dopo l'altra, con personaggi piatti e vuoti i cui pensieri profondi sfiorano nel 90% dei casi la banalità più assoluta, e che termina ovviamente in un lieto fine zuccheroso, assurdo e assolutamente poco credibile. L'unica cosa che alla fine ho giustificato è la visione che ha Wes dell'angelo, come americanata: the newsroom infatti insegna che una delle tre cose in cui l'America è prima è il numero di adulti che credono negli angeli. Si, sto dando retta ad un telefilm, che è fatto trenta milioni di volte meglio di questo libro, quindi se qualcuno prova a storcere il naso glielo faccio mangiare da un lupo vero.
Il prologo del libro poi non aveva nessun senso. Ho provato a rileggerlo dopo aver letto tutto il libro e ho continuato a non capire, da dove cavolo è uscito? La mini introduzione ai capitoli poi non spiegava sinceramente niente, tanto valeva scriverla normalmente all'inizio del capitolo invece che metterla in quel modo... mah, misteri della Van Dyken.
Se lo stile di scrittura non fosse stato così scorrevole non sarei mai riuscita  a finirlo.

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