Buonasera lettori.
So che in questo periodo di carenza telefilmica siete tutti in cerca di qualcosa... io di sicuro lo sono. Comunque, dato che le mie letture sono aumentate ultimamente, eccomi qui a recensire l'ennesimo libro... che però questa volta non ha ripagato le aspettative...
Titolo: Paper magician
Titolo Originale: Paper magician
Autore: Charlie N. Holmberg
Editore: Fanucci
Collana: Collezione Narrativa
Data di Pubblicazione: 2015
Pagine: 219
Prezzo: € 14,90
Trama
Ceony Twill, giovane e talentuosa allieva dell'accademia di magia Tagis Praff, sta finalmente per cominciare l'apprendistato che la legherà per tutta la vita all'elemento magico che ha sempre desiderato. Eppure, contrariamente a quanto sognava, il suo destino non sarà scritto nel metallo ma sulla carta. Tra fogli che si animano dando vita a personaggi incredibili e storie fantastiche che la lasceranno a bocca aperta, toccherà allo stravagante mago Emery Thane convincerla delle qualità straordinarie di un elemento così delicato e allo stesso tempo prodigioso. Così, quando Lira, malvagia praticante di arti magiche proibite, priverà il maestro del suo cuore, Ceony per tenerlo in vita gliene confezionerà uno di carta, per poi volare sulle ali di un enorme aeroplanino all'inseguimento della perfida maga, verso un'avventura che porterà alla luce i ricordi più lontani e i segreti più taciuti, nascosti nell'angolo più remoto dell'anima.
Voto:
La storia è molto originale e anche le idee non sono male. I materiali che si legano con la magia al mago, ciò che puoi creare con la piegatura, l'idea degli escissionisti ecc... ecc...
Peccato che venga tutto rovinato dal modo di scrivere dell'autrice: troppo descrittivo, spesso si perde in dettagli totalmente inutili. Questo appesantisce molto il racconto, soprattutto quando si arriva a lei che scappa per salvarsi la vita dentro il cuore di lui e ogni tre per due si ferma a guardare qualcosa, nota dettagli che ovviamente descrive e l'azione o anche qualunque sentimento legato a quello che sta accadendo si perde.
Detto semplicemente è come se qualcuno volesse uccidervi e voi vi metteste a correre in una gigantesca struttura e in ogni stanza c'è la proiezione di ologrammi che fa apparire la stanza come se foste.. che so, in una foresta. Ora, voi vi mettereste a correre cercando di trovare l'uscita o vi mettereste a guardare i fiori? Nel caso qualcuno se lo stesse domandando la protagonista ha fatto la seconda cosa.
La cosa che non sopporto delle storie eccessivamente descrittive è proprio questa: il fatto che l'azione, l'emergenza della situazione, il pericolo e tutto il resto si perdano nella descrizione di quello che indossava il tipo, la tipa o il colore dei fiori, o gli addobbi del ricevimento ecc... Diventa noioso, non comunica più quello che dovrebbe comunicare. Per questo se all'inizio del libro una puntigliosa descrizione di ambienti e persone va più che bene, da metà in poi tale tipo di scrittura risulta spiacevole, almeno per me, perchè rallenta inutilmente la storia.
Potremmo quindi dire che se il maggior merito di questo libro è l'originalità, il peggiore (per me ovviamente) è lo stile di scrittura.