venerdì 13 marzo 2015

The Giver di Lois Lowry


Quando presi il libro ignoravo l'esistenza del film, ma la mia solita pigrizia mi spinse a cercare il libro su ibs per aggiungerlo su anobii con il ISBN mi apparse di lato il trailer del film. Sinceramente non ho ancora visto il film, ma il trailer ci presenta già un protagonista decisamente diverso dal libro nonché ovviamente una trama modificata. Il fatto che già il trailer risulti così mi fa pensare che il film che ne uscirà fuori sarà assai diverso dal libro.

Titolo: The Giver
Titolo originale: The Giver
Autore: Lois Lowry
Editore: Giunti Editore
Collana: Y
Data di Pubblicazione: Settembre 2014
Prezzo: € 12.00
Pagine: 176
Trama: Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando...

Voto: 

La mia opinione: Mi è servito un po' di tempo per entrare nell'ottica giusta e commentare Giver, questo perché è un libro molto particolare. Lois Lowry, con la sua scrittura scorrevole e semplice, ci parla sempre di mondo distopico, ma è in un certo senso diverso dagli altri che ho letto. 
Quella che ci viene presentata è una società pacifica e equilibrata, dove non esistono forme di violenza o discriminazione (ben diversa da quelle di Veronica Roth o Suzanne Collins quindi), in cui tutto è gestito alla perfezione, preciso come un'orologio svizzero, e ognuno è sottomesso al volere e alle decisioni prese dal Consiglio degli Anziani, che vanno sempre e solo in favore della collettività. Si tratta di un governo "giusto" a modo suo, ma anche assolutistico, in cui ogni legge è seguita alla lettera e nessuno ha la possibilità di scegliere. Ogni cosa, dal linguaggio, ai vestiti, ai cibi, al lavoro e alla persona da "sposare", perfino ai figli è decisa da altri. Gli impulsi sessuali e le emozioni sono repressi da pillole, nessuno prova dolore e tutti sembrano felici perché tutti sono uguali.
Le strutture efficientissime dividono le generazioni. Alle "unità familiari" viene data una casa, mentre i genitori adulti e senza figli vanno in una struttura a parte.  Un'altra struttura ancora è per gli anziani, che vengono accuditi con rispetto e gentilezza fino al loro "Congedo", e una è per i neonati. I bambini appartengono a donne designate come "partorienti" a cui fanno avere tre gravidanze prima di reindirizzarle ai lavori manuali. I bambini, nati in numero prestabilito, una volta venuti al mondo vengono affidati a chi ne fa richiesta, con un nome scelto da altri. 
Attraverso la visione di questo mondo perfetto ma vuoto ci viene presentato il risveglio di una coscienza che ci mostra come anche la più perfetta delle visioni sia sostenuta da sacrifici invisibili,
Jonas, il nostro protagonista, un personaggio ben delineato e caratterizzato, proprio come la società in cui vive, si mostra diverso dagli altri di questo genere di libro, uscendo anch'egli dagli stereotipi. Possiamo iniziare con il dire che Jonas è felice del mondo in cui vive, della sua famiglia e dei suoi amici e non mostra particolare interesse per ciò che c'è oltre i confini. E' emozionato per la cerimonia dei suoi 12 anni, in cui verrà deciso quale lavoro andrà a svolgere, non crede ci sia niente di strano nel non poter scegliere praticamente niente della propria vita, ritiene anzi sia meglio così. Insomma non è come gli altri personaggi di questo genere di libri che vogliono per forza superare un ostacolo, andare contro il loro governo e/o si trovano in condizioni disperate. Jonas non è niente di tutto questo nel libro.
Il colpo di scena arriva con la cerimonia dei dodici anni (devo dire che l'età del protagonista è una delle poche cose che non ho apprezzato), in cui il ragazzo non viene scelto per ricoprire un semplice lavoro come tutti gli altri, ma designato come prossimo Custode delle Memorie dell'Umanità. E così scopriamo anche altre cose, e cioè che in questo mondo piatto e vuoto in cui non esistono guerre, dolore o fame, non esistono nemmeno i colori, la musica, le vere gioie e i veri sentimenti e per diventare custode Jonas dovrà sperimentarli sulla sua pelle, memorie che gli verranno trasmesse dal Donatore. Non solo la gioia o l'amore, ma anche il dolore, il terrore, la fame, e così facendo arriva a comprende nonostante la sua giovanissima età ciò che a tutti gli altri sfugge: che quella non è vera vita, ma un surrogato ben più misero. 
In un certo senso questo libro mostra il desiderio di vivere in una delle sue forme più pure: la semplice gioia di vedere un colore o di sentire il calore del sole sul viso, l'importanza dell'amore e del dolore e del coraggio in tutte le sue forme. 
Jonas alla fine scappa con un bambino, per salvarlo da morte certa, e per risvegliare le coscienze assopite di tutti in modo che tornino a sentire, vedere, provare e magari un giorno anche ad amare. 
Non sappiamo alla fine cosa gli succede, veniamo lasciati con un finale aperto che per una volta non sembra una troncatura e ha anche un suo senso.
In definitiva il pregio maggiore di questo libro è decisamente l'originalità, e può indubbiamente spingere a porsi qualche domanda, più che altro etica. Non è un capolavoro, questo no, e che nessuno si aspetti tormentate storie d'amore perchè non ce ne saranno. E' piacevole, ben costruito, ben scritto, con personaggi convincenti e ambientazioni interessanti, e un protagonista che vale da solo la lettura. 


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